domenica 23 aprile 2017

Calder “Senza titolo” (pavone)

Calder “Senza titolo” (pavone)



LETTURA
Data la riproduzione dell’opera di Calder “Senza titolo” (pavone) del 1941, su sollecitazione dell’insegnante gli alunni:
• descrivono dettagliatamente gli elementi che fanno parte dell’opera con particolare riferimento ai colori;

• descrivono come gli elementi sono collegati fra di loro;

• ipotizzano la relazione con l’ambiente in cui l’opera è posta;

• ipotizzano la conformazione generale a cosa può rassomigliare;

• dicono quali emozioni, sentimenti, idee suscita in loro l’opera;

• ricercano il significato dell’opera (solo nelle classi finali della scuola primaria);

• danno un titolo all'opera.

PRODUZIONE
Gli alunni scelgono ognuno il proprio colore preferito tra i primari e ritagliano (lo faranno le insegnanti per i bambini ancora non autosufficienti) ognuno una propria forma (oppure di più a seconda degli alunni frequentanti) con del cartone e la colorano con le tempere.
Appena asciutte, le forme vanno ripassate con colla vinavil per renderle lucide. Quindi i bambini, su sollecitazione delle insegnanti, decideranno come disporle (far provare varie possibilità) in una striscia di plastica trasparente di cm.50x200. Le forme verranno attaccate al foglio di plastica utilizzando la colla universale
.




martedì 18 aprile 2017

Ottavo cielo Stelle fisse

Ottavo cielo Stelle fisse


L'ottavo è il Cielo delle Stelle fisse: non si tratta più di un cielo dove si ripartiscono i vari beati, ma qui si trovano le anime trionfanti, che appaiono come innumerevoli lucerne illuminate dai raggi.In questo cielo sono ci sono i cherubini.







I Cherubini








sabato 8 aprile 2017

Capogrossi “Superficie”

Capogrossi “Superficie”



LETTURA
1) Proiettata in diapositiva l’opera di Capogrossi “Superficie” del 1950, su sollecitazione dell’insegnante gli alunni:
• descrivono il soggetto;
• analizzano la disposizione e i colori dei vari elementi nello spazio;
• individuano la cellula base utilizzata per la composizione;
• esprimono sentimenti, idee, emozioni suscitati dall’opera;
• danno un titolo all'opera.
PRODUZIONE
Fase 1: 
L'insegnante chiede agli alunni che ognuno singolarmente inventi un proprio segno utilizzando pennarelli o pastelli in un foglio bianco A4. Per i bambini della scuola dell'infanzia l'insegnante li stimola a pensare a vari elementi che possono generare un segno (es: un filo d'erba, una pallina, un serpentello, una forchetta, una fogliolina, un fiorellino, ecc.).
Fase 2:
L'insegnante prepara un foglio di carta da pacchi marrone di cm. 50x70 e quindi chiede agli alunni di riportare il proprio segno nel foglio utilizzando le tempere. L'operazione avviene a turno, utilizzando ad ogni passaggio un colore diverso. Quando i colori sono stati utilizzati tutti l'opera si può considerare terminata (utilizzare i 5 colori base).



mercoledì 5 aprile 2017

Mangiafuoco



Mangiafuoco



Pinocchio parte alla volta della scuola con buoni propositi ma strada facendo è attratto dalla musica proveniente da una piazza che ospita il Gran Teatro dei Burattini. Per l'ingresso servono quattro soldi e così il burattino vende l'abbecedario nuovo...
Le marionette riconoscono Pinocchio e lo chiamano, lui le raggiunge sul palcoscenico interrompendo la commedia. Il burattinaio Mangiafuoco è così costretto a comparire in scena per farli riprendere, poi promette a Pinocchio di punirlo al termine dello spettacolo. E così avviene: fattolo condurre dove sta cenando, vuole usarlo per alimentare il fuoco...
Ma Mangiafuoco, a dispetto dell'aspetto spaventoso, non è affatto cattivo e si commuove nell'ascoltare le invocazioni di pietà del burattino. Dopo aver starnutito, segno della sua commozione, decide di lasciarlo andare. Ma per alimentare il fuoco decide di usare Arlecchino. Pinocchio lo implora di non farlo e Mangiafuoco lo accontenta...








sabato 1 aprile 2017

Il paese dei balocchi


Il paese dei balocchi

Pinocchio e Lucignolo aspettavano ansiosi il carro che li avrebbe portati lontano da quella città, dove il divertimento non c'era e si studiava solo. Finalmente si vide in lontananza il carro arrivare con tutti i bambini da trasportare. Volevano andare in un paese chiamato il paese dei Balocchi dove la scuola e gli insegnanti non c'erano, ma solo il divertimento.

Il carro era appena arrivato e l'omino si voltò e chiese a Lucignolo e a Pinocchio se volevano andare con lui. Al primo impatto Pinocchio disse di no, ma poi si fece convincere e andò con loro.

Quando arrivarono su tutte le piazzette c'erano teatrini, su tutte le case c'era scritto viva i balocci (invece di balocchi); non vogliamo più schole (invece di scuole); l'arin metica (invece di aritmetica) e cose simili.







Era già da tanto tempo che continuava questa cuccagna quando un giorno Pinocchio ebbe, come si suol dire, una brutta sorpresa che lo mise di cattivo umore. Svegliandosi si accorse che aveva le orecchie d'asino, una lunga coda, e tanti peli che uscivano dal pezzo di legno.

Diventato asino l'omino di burro lo vendette a un circo che lo fece esibire e
 si fece male. Allora il circo, invece di curarlo, lo vendette a un uomo che con la sua pelle e il suo legno voleva farci un tamburo.