I 5 malfatti
Erano cinque. Cinque così malfatti.
Il primo era Bucato. Quattro grossi buchi in mezzo alla pancia.
Il secondo era Piegato in due, come una lettera da spedire.
Il terzo era Molle, sempre stanco, addormentato.
Il quarto era Capovolto. Naso in giù e gambe in su.
E il quinto…lasciamo perdere. Il quinto era Sbagliato dalla testa ai piedi. Un ammasso di stranezze. Una catastrofe.
Non riuscivano a concludere niente nella vita né avevano voglia di fare granchè. Abitavano in una grande casa sbilenca che sarebbe potuta crollare da un momento all’altro. Discutevano spesso su chi, fra loro, fosse il più malfatto. Questo li divertiva molto. Un giorno, da non si sa dove, arrivò un tipo straordinario.
Era bello, liscio, perfetto. Aveva un naso al posto del naso, un corpo bello dritto, nemmeno un buco in pancia e pure una bella capigliatura.
“Cosa fate qui?” chiese il tipo perfetto.
“Boh, niente, sbagliamo tutto” risposero i cinque amici.
“Ah, ma non va bene! Bisogna trovarvi qualcosa, un progetto, una soluzione, un’idea!” disse il Perfetto.
“A me le idee passano attraverso”, disse quello Bucato.
“Io le idee non le trovo in tutte queste pieghe” disse il Piegato.
“Le mie sono molli e deboli” disse, per l’appunto, il Molle.
“Io ce le ho tutte al contrario le idee”, disse il Capovolto
“E le mie, ovviamente, sono tutte sbagliate” disse lo Sbagliato.
“Dunque non servite a niente! Siete delle vere nullita’! “disse il Perfetto con aria disgustata.
“Sarà” disse il Bucato, “però io non mi arrabbio mai: la rabbia mi passa attraverso”.
“Mah” disse il piegato “io conservo tutti i ricordi qui, nelle mie pieghe”.
“Bzz” fece il Molle che, nel frattempo, era crollato addormentato.
“Eh!” disse il Capovolto, “io vedo le cose che gli altri non vedono”
“Ahaaaa!” rise lo Sbagliato, “io, che sono tutte sbagliato, quando mi riesce qualcosa si fa festa!”
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